Vassily Kandinsky in mostra a Milano
“E' chiaro che l'armonia dei colori è fondata solo su un principio: l'efficace contatto con l'anima.”
A Palazzo Reale a Milano in questi giorni è possibile visitare la mostra “Vassily Kandinsky. La Collezione del Centre Pompidou”, in programma fino al 27 aprile 2014: attraverso più di 80 opere si ripercorre il viaggio artistico ed umano del maestro russo della corrente pittorica dell’astrattismo. Sono presenti opere fondamentali e, non posso non sbilanciarmi, meravigliose di Kandinsky, da Nel grigio (1919) a Accento in rosa (1926), Blu di cielo (1940), Griglia nera (1922), Su bianco II (1923) e il capolavoro Giallo-Rosso-Blu (1925).
Una mostra imperdibile per chiunque ami quest’artista, la magia e la forza espressiva dei colori, l’armonia assoluta delle sue composizioni, e per chi abbia voglia, anche se solo per un’ora, di immergersi in un breve viaggio senza spazi e tempi definiti, senza forma, lontano dalla grigia realtà di Milano ma a contatto con una realtà interiore, spirituale, non semplicemente colorata ma soprattutto viva, in movimento e sorprendente.
Kandinsky non ha solo dipinto, si è dedicato a studi meticolosi sul significato dell’astrazione, su funzione e caratteristiche di colore e forma, mettendo a punto in alcuni trattati una vera e propria teoria del colore in cui spiega il nesso strettissimo tra il colore e la dimensione spirituale (“Lo spirituale nell’arte” , ” Punto, linea, superficie”).
“In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente l'anima. Il colore è il tasto. L'occhio è il martelletto. L'anima è un pianoforte con molte corde. L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima.”
Kandinsky è il primo a parlare di suono interiore dei colori, della loro qualità musicale e della conseguente risonanza spirituale, degli effetti psicologici su chi osserva il quadro, confrontando ad esempio il potenziale espressivo dei colori con i suoni di vari strumenti musicali: il giallo folle di energia ma incapace di profondità, paragonabile al suono di una tromba o di una fanfara; il blu, profondo e nostalgico, che evoca l'idea del cielo e che, a seconda dell'intensità, rimanda al contrabbasso, al violoncello o, se particolarmente solenne, all'organo; il verde colore della quiete, che può però sfociare nella noia o nell’ indifferenza, viene paragonato al suono del violino; il rosso parrebbe il colore preferito dell’artista, vi si sofferma molto e lo analizza in tutte le sue variazioni, quello caldo chiaro vitale ed energico, paragonabile al suono delle fanfare con tuba, il rosso medio profondo, stabile e meditativo come il rullo di un tamburo, il rosso freddo più corporeo accostato al suono del violoncello; l’arancio forte e sicuro come le campane; il viola malato e triste paragonabile a corno inglese, zampogna e fagotto.
“Più volte si è tentato di adoperare la forza del colore per curare varie malattie nervose, e si è osservato che la luce rossa ha un effetto vivificante e stimolante anche sul cuore, mentre la luce azzurra può portare a una paralisi temporanea.”
“E' chiaro che l'armonia dei colori è fondata solo su un principio: l'efficace contatto con l'anima.”
A Palazzo Reale a Milano in questi giorni è possibile visitare la mostra “Vassily Kandinsky. La Collezione del Centre Pompidou”, in programma fino al 27 aprile 2014: attraverso più di 80 opere si ripercorre il viaggio artistico ed umano del maestro russo della corrente pittorica dell’astrattismo. Sono presenti opere fondamentali e, non posso non sbilanciarmi, meravigliose di Kandinsky, da Nel grigio (1919) a Accento in rosa (1926), Blu di cielo (1940), Griglia nera (1922), Su bianco II (1923) e il capolavoro Giallo-Rosso-Blu (1925).
Una mostra imperdibile per chiunque ami quest’artista, la magia e la forza espressiva dei colori, l’armonia assoluta delle sue composizioni, e per chi abbia voglia, anche se solo per un’ora, di immergersi in un breve viaggio senza spazi e tempi definiti, senza forma, lontano dalla grigia realtà di Milano ma a contatto con una realtà interiore, spirituale, non semplicemente colorata ma soprattutto viva, in movimento e sorprendente.
Kandinsky non ha solo dipinto, si è dedicato a studi meticolosi sul significato dell’astrazione, su funzione e caratteristiche di colore e forma, mettendo a punto in alcuni trattati una vera e propria teoria del colore in cui spiega il nesso strettissimo tra il colore e la dimensione spirituale (“Lo spirituale nell’arte” , ” Punto, linea, superficie”).
“In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente l'anima. Il colore è il tasto. L'occhio è il martelletto. L'anima è un pianoforte con molte corde. L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima.”
Kandinsky è il primo a parlare di suono interiore dei colori, della loro qualità musicale e della conseguente risonanza spirituale, degli effetti psicologici su chi osserva il quadro, confrontando ad esempio il potenziale espressivo dei colori con i suoni di vari strumenti musicali: il giallo folle di energia ma incapace di profondità, paragonabile al suono di una tromba o di una fanfara; il blu, profondo e nostalgico, che evoca l'idea del cielo e che, a seconda dell'intensità, rimanda al contrabbasso, al violoncello o, se particolarmente solenne, all'organo; il verde colore della quiete, che può però sfociare nella noia o nell’ indifferenza, viene paragonato al suono del violino; il rosso parrebbe il colore preferito dell’artista, vi si sofferma molto e lo analizza in tutte le sue variazioni, quello caldo chiaro vitale ed energico, paragonabile al suono delle fanfare con tuba, il rosso medio profondo, stabile e meditativo come il rullo di un tamburo, il rosso freddo più corporeo accostato al suono del violoncello; l’arancio forte e sicuro come le campane; il viola malato e triste paragonabile a corno inglese, zampogna e fagotto.
“Più volte si è tentato di adoperare la forza del colore per curare varie malattie nervose, e si è osservato che la luce rossa ha un effetto vivificante e stimolante anche sul cuore, mentre la luce azzurra può portare a una paralisi temporanea.”