Training Autogeno
Partiamo dal nome! Che, in effetti, a chi non ne ha mai sentito parlare potrebbe suonare un po' oscuro…
Training Autogeno: training significa “allenamento”, autogeno “che si genera da sé”.
Questa tecnica di rilassamento consiste nell’apprendimento graduale di una serie di esercizi di ginnastica mentale (poi spieghiamo anche questa) allo scopo di favorire la distensione corporea e di indurre una sensazione di riposo, sciogliendo le tensioni muscolari ed emotive. In pratica il T.A. rappresenta un ottimo strumento per raggiungere un profondo stato di rilassamento, fisico e mentale, ma il valore aggiunto, che lo rende una tecnica straordinaria rispetto ad altre, consiste nel fatto che il paziente diviene progressivamente indipendente dal terapeuta: a differenza dell’ipnosi ad esempio, il Training Autogeno non si basa sull’effetto della suggestione ma fornisce al paziente uno strumento che possa poi essere utilizzato in modo autonomo. Potremmo dire che, conclusa la fase dell’apprendimento, egli diventa terapeuta di se stesso. Col tempo e grazie all’allenamento costante, egli si appropria di questa tecnica, la rende sua personalizzandola ed adattandola a sé, ai propri ritmi ed esigenze, utilizzandola ogni qualvolta ne senta il bisogno, in qualsiasi tipo di contesto anche pubblico.
Un ansiolitico naturale insomma, sempre disponibile, senza effetti collaterali, di cui servirsi non solo al bisogno ma piuttosto da integrare, insieme alle altre abitudini, nella routine quotidiana: un momento da regalare e dedicare solo a se stessi, per rigenerarci, recuperare le energie perse durante la giornata e combattere attivamente lo stress.
Torniamo però un attimo indietro, cosa significa “ginnastica mentale”?
Il Training Autogeno è costituito da una serie di esercizi di rilassamento che non devono essere eseguiti fisicamente ma mentalmente, cioè pensati. Non è richiesto perciò alcuno sforzo fisico: il paziente, dopo aver assunto la posizione preferita (in genere quella supina), ascolta in silenzio ad occhi chiusi la voce del terapeuta che, attraverso semplici frasi ripetute più volte, conduce la sua attenzione mentale sulle varie parti del suo corpo e sulle sensazioni ad esse collegate. Al di là dell’obiettivo primario che consiste nel raggiungimento di uno stato profondo di rilassamento, questa tecnica rappresenta perciò un prezioso percorso di conoscenza, di consapevolezza dei propri vissuti psicologici attraverso il corpo, un canale molto più diretto ed accessibile di quello psichico e mentale.
I sei esercizi fondamentali, detti anche somatici, del Training Autogeno di base sono i seguenti:
I principali effetti del Training Autogeno sull’individuo sono schematicamente questi: un rapido recupero delle energie, l’autoinduzione alla calma tramite il rilassamento interiore, l’autoregolazione di alcune funzioni corporee involontarie (apparato cardiocircolatorio, respiratorio, viscerale), un miglioramento della capacità di concentrazione e delle prestazioni mnemoniche, una profonda introspezione ed autocontrollo attraverso l’ascolto del proprio corpo per avere una miglior consapevolezza di sé, in ambito sportivo un’evidente miglioramento delle performances.
Ma allora per chi è consigliata questa tecnica? Tutti abbiamo bisogno di rilassarci, visti i ritmi sempre più concitati delle nostre giornate, e tutti avremmo desiderio di migliorare almeno uno degli aspetti appena citati, se non tutti…
Il Training Autogeno in effetti può apportare benefici praticamente a tutti e può essere praticato ad ogni età, le controindicazioni sono veramente limitate (per esempio infarti recenti o casi di depressione grave con riduzione importante della capacità attentiva), vi sono però alcune condizioni cliniche in cui non solo si dimostra utile ma particolarmente indicato ed efficace. Prima di tutto per chi soffre di disturbi d’ansia e psicosomatici , per esempio attacchi di panico, fobie, disturbi del sonno, cefalea, insonnia e stress in tutte le sue forme. Altri ambiti di applicazione in cui il Training Autogeno ha dimostrato una buona efficacia riguardano i disturbi gastro-intestinali (colite, gastrite), dermatologici (psoriasi, eczemi), respiratori (asma), cardiocircolatori (ipertensione) e sessuali.
Diverse ricerche sperimentali hanno dimostrato l'efficacia del Training Autogeno nella riduzione del dolore e nel miglioramento dei disturbi del sonno, oltre che nell'alleviare la tensione psico-fisica, rendendolo perciò una tecnica particolarmente efficace nel trattamento della patologia della FIBROMIALGIA.
Persino in ostetricia questa tecnica di rilassamento si è rivelata molto utile nella preparazione psicofisica al parto, con alcune lievi modifiche alla tecnica standard dovute alla trasformazione del corpo della donna.
“Il Training Autogeno è come un'isola deserta in cui ciascuno di noi può rifugiarsi durante la giornata. Rifugio che serve non tanto per sfuggire alla realtà quotidiana, ma per trovare una zona di recupero delle proprie energie, un momento in cui possano venir richiamate tutte le forze disponibili, per essere in grado di meglio affrontare la realtà stessa, quando questa ci procura ansia, e uscirne quindi rafforzati e organizzati.”
(Gisela Eberlein, allieva del dott. J.H.Schultz, neurologo ideatore del Training Autogeno)
Partiamo dal nome! Che, in effetti, a chi non ne ha mai sentito parlare potrebbe suonare un po' oscuro…
Training Autogeno: training significa “allenamento”, autogeno “che si genera da sé”.
Questa tecnica di rilassamento consiste nell’apprendimento graduale di una serie di esercizi di ginnastica mentale (poi spieghiamo anche questa) allo scopo di favorire la distensione corporea e di indurre una sensazione di riposo, sciogliendo le tensioni muscolari ed emotive. In pratica il T.A. rappresenta un ottimo strumento per raggiungere un profondo stato di rilassamento, fisico e mentale, ma il valore aggiunto, che lo rende una tecnica straordinaria rispetto ad altre, consiste nel fatto che il paziente diviene progressivamente indipendente dal terapeuta: a differenza dell’ipnosi ad esempio, il Training Autogeno non si basa sull’effetto della suggestione ma fornisce al paziente uno strumento che possa poi essere utilizzato in modo autonomo. Potremmo dire che, conclusa la fase dell’apprendimento, egli diventa terapeuta di se stesso. Col tempo e grazie all’allenamento costante, egli si appropria di questa tecnica, la rende sua personalizzandola ed adattandola a sé, ai propri ritmi ed esigenze, utilizzandola ogni qualvolta ne senta il bisogno, in qualsiasi tipo di contesto anche pubblico.
Un ansiolitico naturale insomma, sempre disponibile, senza effetti collaterali, di cui servirsi non solo al bisogno ma piuttosto da integrare, insieme alle altre abitudini, nella routine quotidiana: un momento da regalare e dedicare solo a se stessi, per rigenerarci, recuperare le energie perse durante la giornata e combattere attivamente lo stress.
Torniamo però un attimo indietro, cosa significa “ginnastica mentale”?
Il Training Autogeno è costituito da una serie di esercizi di rilassamento che non devono essere eseguiti fisicamente ma mentalmente, cioè pensati. Non è richiesto perciò alcuno sforzo fisico: il paziente, dopo aver assunto la posizione preferita (in genere quella supina), ascolta in silenzio ad occhi chiusi la voce del terapeuta che, attraverso semplici frasi ripetute più volte, conduce la sua attenzione mentale sulle varie parti del suo corpo e sulle sensazioni ad esse collegate. Al di là dell’obiettivo primario che consiste nel raggiungimento di uno stato profondo di rilassamento, questa tecnica rappresenta perciò un prezioso percorso di conoscenza, di consapevolezza dei propri vissuti psicologici attraverso il corpo, un canale molto più diretto ed accessibile di quello psichico e mentale.
I sei esercizi fondamentali, detti anche somatici, del Training Autogeno di base sono i seguenti:
- 1) esercizio della PESANTEZZA, che agisce sul rilassamento dei muscoli;
- 2) esercizio del CALORE, che agisce sulla dilatazione dei vasi sanguigni periferici;
- 3) esercizio del CUORE, che agisce sulla funzionalità cardiaca;
- 4) esercizio del RESPIRO, che agisce sull'apparato respiratorio;
- 5) esercizio del PLESSO SOLARE, che agisce sugli organi dell'addome;
- 6) esercizio della FRONTE FRESCA, che agisce a livello cerebrale.
I principali effetti del Training Autogeno sull’individuo sono schematicamente questi: un rapido recupero delle energie, l’autoinduzione alla calma tramite il rilassamento interiore, l’autoregolazione di alcune funzioni corporee involontarie (apparato cardiocircolatorio, respiratorio, viscerale), un miglioramento della capacità di concentrazione e delle prestazioni mnemoniche, una profonda introspezione ed autocontrollo attraverso l’ascolto del proprio corpo per avere una miglior consapevolezza di sé, in ambito sportivo un’evidente miglioramento delle performances.
Ma allora per chi è consigliata questa tecnica? Tutti abbiamo bisogno di rilassarci, visti i ritmi sempre più concitati delle nostre giornate, e tutti avremmo desiderio di migliorare almeno uno degli aspetti appena citati, se non tutti…
Il Training Autogeno in effetti può apportare benefici praticamente a tutti e può essere praticato ad ogni età, le controindicazioni sono veramente limitate (per esempio infarti recenti o casi di depressione grave con riduzione importante della capacità attentiva), vi sono però alcune condizioni cliniche in cui non solo si dimostra utile ma particolarmente indicato ed efficace. Prima di tutto per chi soffre di disturbi d’ansia e psicosomatici , per esempio attacchi di panico, fobie, disturbi del sonno, cefalea, insonnia e stress in tutte le sue forme. Altri ambiti di applicazione in cui il Training Autogeno ha dimostrato una buona efficacia riguardano i disturbi gastro-intestinali (colite, gastrite), dermatologici (psoriasi, eczemi), respiratori (asma), cardiocircolatori (ipertensione) e sessuali.
Diverse ricerche sperimentali hanno dimostrato l'efficacia del Training Autogeno nella riduzione del dolore e nel miglioramento dei disturbi del sonno, oltre che nell'alleviare la tensione psico-fisica, rendendolo perciò una tecnica particolarmente efficace nel trattamento della patologia della FIBROMIALGIA.
Persino in ostetricia questa tecnica di rilassamento si è rivelata molto utile nella preparazione psicofisica al parto, con alcune lievi modifiche alla tecnica standard dovute alla trasformazione del corpo della donna.
“Il Training Autogeno è come un'isola deserta in cui ciascuno di noi può rifugiarsi durante la giornata. Rifugio che serve non tanto per sfuggire alla realtà quotidiana, ma per trovare una zona di recupero delle proprie energie, un momento in cui possano venir richiamate tutte le forze disponibili, per essere in grado di meglio affrontare la realtà stessa, quando questa ci procura ansia, e uscirne quindi rafforzati e organizzati.”
(Gisela Eberlein, allieva del dott. J.H.Schultz, neurologo ideatore del Training Autogeno)