Il significato dell’ansia
Chi non conosce l’ansia? Il timore di non essere all’altezza di affrontare un esame, una prova di qualsiasi tipo? La sensazione che i vari impegni, le incombenze quotidiane, sempre uguali e pressanti giorno dopo giorno, o addirittura in continuo peggioramento, ci sovrastino fino a farci mancare l’aria?
L’ansia è uno stato emotivo normale, fisiologico, talvolta persino utile e auspicabile perché, se si contiene entro certi limiti, fa sì che la persona attivi tutte le sue risorse in quel momento necessarie a fronteggiare il pericolo e riuscire a “salvarsi”.
Diventa invece patologica se è sproporzionata rispetto all’evento scatenante, quando si manifesta anche in assenza di cause apparenti, oppure se si protrae per lunghi periodi con un’intensità tale da interferire, fino a modificare, la vita della persona che ne soffre. Se la sensazione di ansia (nervosismo, confusione, irritabilità, accompagnati da sintomi somatici quali tachicardia, respiro corto, tremori, sudorazione, disturbi gastro-intestinali…) pervade buona parte della giornata, come una morsa da cui sembra impossibile liberarsi, oppure esplode all’improvviso senza lasciare nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo, può compromettere pesantemente la qualità della vita.
Esistono vari modi di affrontare questo problema ed è importante ricordare a chi ne soffre che si può risolvere, anche se l’ansia è ormai diventata cronica e ci accompagna purtroppo da tanti anni.
Al pari di molti altri ostacoli che si incontrano nella vita, l’atteggiamento migliore da adottare non consiste nell’aggirarla o ignorarla, evitando di affrontarla con chiarezza, ma nell’ascoltarla.
Probabilmente chi in questo momento sta leggendo avrà subito pensato che non è né facile né allettante predisporsi di buon grado ad “ascoltare” un sintomo così fastidioso e tenace come quello dell’ansia.. Proviamo a pensare però che si tratta di una forma di comunicazione del nostro organismo, la comunicazione di un disagio profondo che, per ora, non trova altro canale per manifestarsi e non riesce a trovare uno sfogo se non attraverso l’ansia, e quindi si sta esprimendo col corpo.
Ogni tipo di messaggio, a maggior ragione se viene urlato e ci colpisce per la sua violenza e tenacia, dev’essere visto ed ascoltato per trovare una pacificazione o una risposta. Se gli tappiamo la bocca, il messaggio diventerà sempre più rabbioso e troverà forse altri modi per farsi sentire, magari più gravi ed invalidanti ancora.
E’ importante riuscire a capire, con l’accompagnamento del terapeuta, quali sono i conflitti interiori che hanno costretto il nostro organismo ad esprimersi in modo così doloroso; nell’ambiente protetto dello studio dello psicologo, è possibile dar voce al nostro disagio e finalmente ascoltarlo, non da soli ma con l’aiuto di una persona in grado di accoglierlo e guidarci in un percorso di maggiore consapevolezza.
Questo passaggio dell’imparare ad esprimere il malessere non più attraverso il corpo ma tramite le parole e le emozioni (dal somatizzare al simboleggiare), dandogli quindi la nostra voce, rappresenta un’acquisizione fondamentale per ogni persona, permette di stare molto meglio con se stessi e di conseguenza con gli altri, evitando per esempio che le nostre giornate siano rovinate da sintomi opprimenti come l’ansia, che ci rubano tempo e vita.
Chi non conosce l’ansia? Il timore di non essere all’altezza di affrontare un esame, una prova di qualsiasi tipo? La sensazione che i vari impegni, le incombenze quotidiane, sempre uguali e pressanti giorno dopo giorno, o addirittura in continuo peggioramento, ci sovrastino fino a farci mancare l’aria?
L’ansia è uno stato emotivo normale, fisiologico, talvolta persino utile e auspicabile perché, se si contiene entro certi limiti, fa sì che la persona attivi tutte le sue risorse in quel momento necessarie a fronteggiare il pericolo e riuscire a “salvarsi”.
Diventa invece patologica se è sproporzionata rispetto all’evento scatenante, quando si manifesta anche in assenza di cause apparenti, oppure se si protrae per lunghi periodi con un’intensità tale da interferire, fino a modificare, la vita della persona che ne soffre. Se la sensazione di ansia (nervosismo, confusione, irritabilità, accompagnati da sintomi somatici quali tachicardia, respiro corto, tremori, sudorazione, disturbi gastro-intestinali…) pervade buona parte della giornata, come una morsa da cui sembra impossibile liberarsi, oppure esplode all’improvviso senza lasciare nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo, può compromettere pesantemente la qualità della vita.
Esistono vari modi di affrontare questo problema ed è importante ricordare a chi ne soffre che si può risolvere, anche se l’ansia è ormai diventata cronica e ci accompagna purtroppo da tanti anni.
Al pari di molti altri ostacoli che si incontrano nella vita, l’atteggiamento migliore da adottare non consiste nell’aggirarla o ignorarla, evitando di affrontarla con chiarezza, ma nell’ascoltarla.
Probabilmente chi in questo momento sta leggendo avrà subito pensato che non è né facile né allettante predisporsi di buon grado ad “ascoltare” un sintomo così fastidioso e tenace come quello dell’ansia.. Proviamo a pensare però che si tratta di una forma di comunicazione del nostro organismo, la comunicazione di un disagio profondo che, per ora, non trova altro canale per manifestarsi e non riesce a trovare uno sfogo se non attraverso l’ansia, e quindi si sta esprimendo col corpo.
Ogni tipo di messaggio, a maggior ragione se viene urlato e ci colpisce per la sua violenza e tenacia, dev’essere visto ed ascoltato per trovare una pacificazione o una risposta. Se gli tappiamo la bocca, il messaggio diventerà sempre più rabbioso e troverà forse altri modi per farsi sentire, magari più gravi ed invalidanti ancora.
E’ importante riuscire a capire, con l’accompagnamento del terapeuta, quali sono i conflitti interiori che hanno costretto il nostro organismo ad esprimersi in modo così doloroso; nell’ambiente protetto dello studio dello psicologo, è possibile dar voce al nostro disagio e finalmente ascoltarlo, non da soli ma con l’aiuto di una persona in grado di accoglierlo e guidarci in un percorso di maggiore consapevolezza.
Questo passaggio dell’imparare ad esprimere il malessere non più attraverso il corpo ma tramite le parole e le emozioni (dal somatizzare al simboleggiare), dandogli quindi la nostra voce, rappresenta un’acquisizione fondamentale per ogni persona, permette di stare molto meglio con se stessi e di conseguenza con gli altri, evitando per esempio che le nostre giornate siano rovinate da sintomi opprimenti come l’ansia, che ci rubano tempo e vita.